Il metodo Scrum ideato da Jeff Sutherland concettualmente paragona i componenti di un team ad una squadra di Rugby e dà delle indicazioni su come pianificare l’attività di sviluppo di un progetto per “fare il doppio in metà del tempo”.
Ovviamente il tuo team raggiungerà questo straordinario livello di efficenza solo se non sei minimamente organizzato.
Vediamo prima la lista delle figure coinvolte:
Team Scrum: composto da un numero di persone variabile da 5 a 9, si occupano della parte operativa di sviluppo del progetto, nessuno di queste persone ha un ruolo fisso nel progetto.
Product Owner: ovvero chi rappresenta il “cliente”, il suo ruolo principale è gestire il documento che contiene la lista di tutte le specifiche del progetto e tutte le richieste da implementare. Questo documento si chiama: Product Backlog. Il Product Owner deve stare anche attento ad identificare per ogni richiesta il suo livello di importanza.
Scrum Master: è il ruolo chiave, si occupa di motivare il personale del Team ed eliminare tutti gli ostacoli che man mano si presentano.
Vediamo ora come funziona il metodo:
Nella prima fase il Product Owner elabora la lista dettagliata delle cose da fare, la suddivide in blocchi ognuno dei quali rappresenta uno stato di avanzamento del progetto, nel caso di un software potrebbe essere il rilascio di una release. E’ importante che ognuno di questi blocchi di specifiche rappresenti uno stadio di avanzamento del software.
La seconda fase è la riunione tra tutte le figure coinvolte dove tutti vengono messi a conoscenza di tutte le richieste e il Product Owner stabilisce qual’è il primo blocco da sviluppare e dà il via alla fase chiamata Sprint.
La fase di Sprint dura circa 30 giorni e nei primi giorni vengono viene definito dal Team e dallo Scrum Master uno Sprint Backlog ovvero una lista di tutti i task necessari a completare le richieste. Poi gli elementi del Team danno via ai lavori. Non è importante chi esegue i task, le persone potrebbero essere intercambiabili, l’importante è che i task siano chiari, definiti e organizzati di modo che siano fatti o non fatti. Non potrà esserci un task fatto a metà da una persona e in attesa che un altro lo finisca (in questo caso dovrebbero essere stati definiti due task).
Ogni giorno della fase di Sprint, alla stessa ora, avviene una riunione tra il Team Scrum e lo Scrum Master, dove ogni elemento segnala agli altri cosa ha fatto dall’ultima riunione, cosa intende fare per la prossima (il giorno dopo) e quali difficolta/problemi gli impediscono di fare quello che ha pianificato. Le prime due affermazioni permetto allo Scrum Master di capire se lo stato di avanzamento del progetto è in linea con le tempistiche e se i membri del Team sono sufficientemente motivati. La terza affermazione deve far si che lo Scrum master si attivi per migliorare la situazione. Nella terza affermazione potrebbero emergere situazioni banali come un computer troppo lento da sostituire o situazioni molto complesse che possono prevedere modifiche strutturali all’azienda.
L’ultima fase consiste in una presentazione di quello che è stato fatto nello Sprint al maggior numero di persone possibili. Oltre al Product Owner possono essere coinvolti utilizzatori del prodotto, esperti di settore e altre figure. Lo scopo di questa fase è quello di consolidare ciò che è stato fatto, chiudere un blocco di richieste e gettare le basi per pianificare il blocco successivo che darà il via ad un altro Sprint.
Gli aspetti secondo me interessanti sono due:
- La figura dello Scrum Master che invece che essere il solito account che da ‘ordini’ ai membri si pone al loro servizio per risolvergli i problemi e li mette nella migliore condizione lavorativa.
- L’ottima organizzazione delle specifiche e divisione in task basilari e conseguente presentazione del progetto che impediscono cambi in corso d’opera che rallentano il progetto facendo ricadere la colpa sul team.
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